Discografia

Jazz at Work

In un tranquillo pomeriggio d’inverno, mentre il cielo si tingeva di tonalità grigio perla, MayBi si ritrovò nell’atmosfera ovattata del suo ufficio. Tra il ticchettio della tastiera e il ronzio sommesso dei dispositivi, nacque un brano in stile jazz fusion lo-fi, un connubio perfetto tra improvvisazione e introspezione. Le note sembravano sgorgare spontaneamente, riflettendo la malinconia e la quiete di quel momento. Composta sul filo della stanchezza creativa, l’opera si trasformò in un viaggio sonoro che cattura l’essenza del giorno che si spegne, un perfetto commiato musicale prima di spegnere le luci e uscire nel freddo della sera.


Waltz in the Rain

Il brano musicale nacque quasi per caso, durante una passeggiata in città in un grigio giorno di pioggia. I passi affrettati dei passanti, il rumore delle automobili sul bagnato e il tintinnio delle gocce sui tetti sembravano comporre una melodia spontanea, quasi magica. Maybi, ispirato da quella sinfonia urbana, immaginò il suono nostalgico di un organetto, come quelli che risuonavano nella Parigi degli anni ’30. Nella sua mente prese forma l’immagine di una coppia di anziani, vestiti di un’eleganza d’altri tempi, che ballavano un valzer sotto la pioggia. La loro danza era lenta, ma carica di emozioni, come se il tempo si fosse fermato per loro, lasciandoli immersi in una dimensione di pura poesia. Questa visione si tradusse in una melodia dolce e malinconica, capace di trasportare chiunque l’ascoltasse in quel piccolo frammento di sogno parigino.


Train to the Moon

Il brano di Maybi, narra di un viaggio epico e malinconico a bordo di un treno ad alta velocità diretto verso Lunopoli, una città immaginaria costruita sulla Luna. Il racconto si apre con immagini vivide di un’umanità costretta a lasciare il proprio pianeta d’origine, ormai devastato dall’inquinamento, dai conflitti e dall’inarrestabile avidità umana. Il treno diventa il simbolo della speranza e della rinascita, ma anche del rimpianto per ciò che è andato perduto. Attraverso le finestre del convoglio, i passeggeri osservano il pianeta Terra che si allontana, con un misto di dolore e consapevolezza delle proprie colpe. Maybi intreccia sogno e realtà, descrivendo Lunopoli come una nuova possibilità per l’umanità, ma al contempo avvertendo sull’importanza di non ripetere gli errori del passato.


Solitude

“Solitude” è un brano che nasce dal cuore tormentato di un autore immerso in un periodo di profonda malinconia. Le note, delicate e struggenti, sembrano sussurrare emozioni intrappolate nell’anima, dipingendo un paesaggio sonoro in cui il silenzio diventa protagonista. Ogni accordo porta con sé un peso emotivo, come se l’autore avesse voluto tradurre in musica il senso di isolamento e introspezione che lo accompagnava. L’ascoltatore viene trasportato in un viaggio intimo, dove la solitudine, anziché essere un vuoto, si trasforma in una fonte di riflessione e bellezza.